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Internet of Everything Italian Forum

Quasi tutti e tutto (persone e cose) sono ormai connessi ad Internet. Si e’ svolto a Milano il 31 gennaio l’Internet of Everything Italian Forum organizzato da Cisco.

E’ stata una mattinata ricca di spunti interessanti che riassumo brevemente qui sotto. Chi volesse una cronaca piu’ puntuale puo’ cercare su Twitter l’hashtag #IoEforumIta, chi si accontentasse del mio punto di vista, puo’ guardare i tweets di @neutralaccess.

Luciano Floridi, filosofo dell’Oxford Internet Institute, ha parlato dell’esigenza di un “De Rerum Natura 2.0” e ha guidato le migliaia di persone del pubblico in un intrigante ragionamento tra fisica e filosofia per affermare che non c’e’ differenza tra virtuale e reale, perche’ cio’ che rende un oggetto reale e’ la nostra capacita’ di interagirci. Esistere = essere interagibile. From things to ings, dalla desinenza -ing del present progressive inglese. Nel corso del ragionamento sono emersi alcuni spunti che riporto: gli oggetti connessi sono gia’ piu’ di noi e crescono molto piu’ in fretta di noi, molti oggetti hanno sensi piu’ sviluppati dei nostri, in molte situazioni gli esseri umani si limitano a svolgere il ruolo di “interfacce” tra oggetti (si pensi a chi guida la macchina con il navigatore satellitare).

Maria Letizia Mariani, general manager di Philips Italia, ha illustrato le potenzialita’ delle luci led connesse in rete, in grado di interfacciarsi con dispositivi “smart” per aumentarne l’usabilita’ ed estenderne l’interfaccia. Ad esempio: lampade che adattano il colore dell’illuminazione a cio’ che guardiamo in TV, lampade che riproducono l’alba prima della sveglia, lampade che sostituiscono la suoneria del cellulare per i non udenti, lampade che modificano l’illuminazione in una stanza di ospedale a scopo terapeutico in base ai parametri vitali del paziente.

Piercarlo Ravasio, di Think!, ha parlato di automobili, osservando che il fatto che siano ancora le guidate da esseri umani non e’ per i limiti della tecnologia, ma per implicazioni di altro tipo: culturali, normative, legali e, sopratutto, di sicurrezza informatica. L’Internet of Everything espone infatti molti obiettivi tangibili al rischio di attacchi informatici.

Livio Gallo, Direttore di Enel, ha parlato di utenti prosumer (produttori e consumatori di energia) e delle prospettive delle auto elettriche, le cui batterie potrebbero anche servire a dare stabilita’ alla rete elettrica compensando le energie erratiche prodotte dalle fonti rinnovabili. I contantori Enel sono a tutti gli effetti dei canali di comunicazione (chiusi e proprietari, purtroppo, aggiungo io) che consentono un monitoraggio e una gestione molto evoluti della rete e del consumo degli utenti. Nella visione di Enel le citta’ sono rese smart dall’integrazione di infrastrutture di comunicazione e distribuzione di energia elettrica, dalla diffusione della mobilita’ elettrica e dai sensori. Enel sta partecipando alla definizione di 150 smart quality indices per misurare la “smartness” delle citta’.

Stefano Mancuso, botanico dell’Universita’ di Firenze, ha presentato evidenze sperimentali sulle quali si basano le sue teorie sull’intelligenza e sulle capacita’ sensoriali delle piante. Vi consiglio di guardare questo video per farvene un’idea. Vanno bel oltre le comuni aspettative (o almeno ben oltre le mie). Sarebbe interessante chiedersi in che misura questi comportamenti possono essere ricondotti a meccanismi frutto dell’evoluzione e in che misura debbano essere invece attribuiti ad una forma di intelligenza del singolo esemplare.

Roberto Cingolani, direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, ha presentato i progetti di ricerca dell’Istituto nel campo della robotica e delle scienze cognitive. Interessante osservazione: le 10 alla 18 operazioni al secondo per essere umano (stima della capacita’ computazionale del cervello) sono un obiettivo ben lontano da raggiungere per un calcolatore elettronico anche estrapolando la legge di Moore!

Riccardo Luna, direttore dell’edizione italiana di Wired, ha mostrato esempi evidenti di quanto la quotidianita’ sia lontana dal presente futuribile presentato al forum e ha concluso il suo intervento mostrando il discorso con il quale Obama ha lanciato l’iniziativa One Hour of Code, da cui ha preso spunto Code’s Cool.

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