Post di Pio Mario Jonathan Maiori

MeteOvunque: da progetto d’esame a bot di utilità quotidiana

Pubblicato il da Pio Mario Jonathan Maiori
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Le piattaforme digitali per la gestione del territorio sono una risorsa preziosa che purtroppo non sono sempre sfruttate e gestite nel migliore dei modi. Esse mirano a compensare gli interessi di uno o più gruppi di utenze distinte, cercando di soddisfare le loro richieste e i loro bisogni inerenti a una data porzione del territorio su cui loro stessi operano, sfruttando il cosiddetto “effetto rete”.

Avendo fatto tesoro di quanto ascoltato durante le lezioni di “Piattaforme Digitali per la Gestione del Territorio”, io e gli altri miei amici e colleghi ci siamo cimentati nella realizzazione di bot per Telegram, impiegati come tecnologia abilitante per la realizzazione delle nostre piattaforme digitali che abbiamo successivamente consegnato come progetti per poter sostenere l’esame.

“MeteOvunque” è il bot da me realizzato, uno di quelli che sono stati valutati nel mese di giugno, la cui realizzazione ha richiesto circa un mese e mezzo di sviluppo per la versione d’esame. Dal nome è facile comprendere che si tratta di un bot che fornisce previsioni meteorologiche; ma perché scegliere la meteorologia come argomento di interesse principale?

Prima di iniziare il suo sviluppo nel mese di Maggio, diedi un’occhiata su Telegram ai bot già presenti e funzionanti e mi accorsi che quelli relativi alle previsioni meteo erano pochi, piuttosto scarni, poco “intelligenti”, con poche funzionalità e addirittura con scarso supporto alla lingua italiana. Ne avevo trovato uno che parlava in parte in italiano e in parte in inglese, nonostante avessi selezionato la bandiera italiana nel menù delle impostazioni!

A parte ciò, la mia scelta sullo sviluppo di una piattaforma di questo tipo è ricaduta sulla meteorologia perché:

• Quasi tutti, in singolo o in gruppo, richiedono le condizioni meteorologiche del posto in cui ci si ritrova o in cui si andrà;
• Il territorio di interesse per un servizio di informazione meteorologica è potenzialmente l’intero pianeta Terra.

Avendo fra le mani una tipologia di richiesta, un’utenza e un territorio di portata mondiale, non è stato così difficile capire che tutto ciò avrebbe rappresentato un ottimo esempio applicativo per il mio progetto universitario sulle piattaforme digitali.

Dopo aver sostenuto l’esame, presi la decisione di continuare a sostenere lo sviluppo del bot, semplificando l’approccio con gli utenti ed arricchendolo di nuove funzionalità. Dall’inizio del suo sviluppo sono trascorsi già 4 mesi!

Cito qui alcune delle sue funzionalità che lo rendono interessante, oltreché utile e versatile:

• Include Program-O, un’interprete PHP per intelligenze artificiali (IA) che interpreta i messaggi di testo in italiano che riceve dagli utenti e fornisce loro una risposta sulla base di ciò che è presente nel suo “frasario”;
• Dà la possibilità di consultare le previsioni su mappa come siamo abituati a vedere in tv dopo il telegiornale;
• Fornisce una lista di 5 località preferite gestibile e personalizzabile da ogni singolo utente a seconda delle specifiche esigenze;
• Gestisce un sistema di advertising (sarà attivo prossimamente) tramite il quale può inviare gif animate di sponsor locali che vogliono comparire nella piattaforma, sulla base della città di interesse in cui sono collocati;
• Possiede una tastiera accessoria che compare in chat dal layout intuitivo e risponde con messaggi esplicativi e facili da comprendere grazie alle emoticons;
• È in grado di registrare la segnalazione di guasti e di consigli sulla piattaforma direttamente all’interno delle chat con gli utenti;
• Permette agli utenti di impostare le notifiche, il livello di dettaglio delle info meteorologiche e il proprio livello di protezione della privacy;
• Salva le foto e i video che gli utenti possono inviargli per poterli condividere con gli altri utenti della piattaforma e per poterli pubblicare sulla pagina Facebook e sul profilo Instagram di “MeteOvunque”;
• Fornisce le proprie funzionalità anche all’interno di chat di gruppo e mediante l’uso di richieste inline-mode di Telegram.

Da pochi giorni è presente anche la lingua inglese!

Invito tutti a dare un’occhiata a quanto è stato realizzato, augurandomi che possiate apprezzare il lavoro compiuto fino ad oggi.

INFO E LINKS UTILI:

– Username Telegram: @meteovunque_bot
– Telegram: https://telegram.me/meteovunque_bot

– Pagina Facebook: https://www.facebook.com/meteovunque/
– Profilo Instagram: https://www.instagram.com/meteovunque/

– Email: jonathan.maiori@libero.it

Usability game: sapete cliccare in ogni angolo dello schermo?

Pubblicato il da Silvia Malatini
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Quanto sono facili da usare le app?

Esistono app per ogni scopo, ne usiamo decine diverse, con interfacce e funzionamento diversi, ogni giorno, nelle situazioni più disparate. Alcune sono semplici e piacevoli da usare, altre meno. E questo è uno degli aspetti principali che può determinare il successo di un’app rispetto ad un altro: l’usabilità di un’app incide fortemente sulla sua diffusione.

Per sviluppare un’app che sia ‘usabile’ si possono seguire delle linee guida che vengono redatte in base a studi condotti insieme agli utenti. Queste linee guida però, non sono fisse, ma cambiano a seconda della tecnologia e dell’evoluzione dell’utilizzo dei nostri device.

Nell’ambito del mio progetto di Dottorato abbiamo deciso di contribuire alla definizione di linee guida per interfacce multitouch, valutando la raggiungibilità delle varie zone dello schermo dei dispositivi mobili. Per farlo abbiamo pensato di sviluppare un semplice gioco per piattaforma Android, Usability game, che ci permetta di raccogliere dati sull’usabilità delle interfacce delle app in modo più divertente per gli utenti.

Nel primo dei giochi proposti avete 30 secondi per cliccare il maggior numero possibile dei cerchi che compaiono in posizioni a caso dello schermo. Ad ogni click ricevete dei punti, a seconda del livello che avete giocato: ci sono infatti 5 livelli di difficoltà crescente, con cerchi via via più piccoli e difficili da cliccare.

Il gioco ha 4 versioni diverse tra loro: nella prima, al click di un cerchio ne compare subito un altro; nella seconda, la comparsa del cerchio successivo è ritardata; nella terza invece i cerchi restano visibili solo per un certo ammontare di tempo e poi scompaiono se non cliccati; nella quarta si devono usare il doppio click o il swipe per far scomparire i cerchi.

A seconda del vostro punteggio totale, vi vengono assegnate delle medaglie e guadagnate posizioni nella classifica generale: potete utilizzare sia uno username, registrandovi e facendo login all’apertura dell’app, per sapere sempre in che posizione della classifica siete, oppure giocare in forma anonima.

Per guadagnare più punti poi, alla fine di ogni livello, se pensate di aver giocato bene, potete confrontare i vostri risultati con quelli medi degli altri utenti e se i vostri tempi medi di reazione sono più bassi della media, guadagnate punti extra, ma se avete fatto peggio, li perdete.

Ogni volta che giocate poi vi viene chiesto di indicare come impugnate il vostro smartphone: questa informazione è utile solo per controllare la coerenza dei dati raccolti, ma non influisce sul vostro punteggio.

I vostri dati di gioco vengono salvati sul vostro smartphone e sono poi inviati in forma anonima ad un server, che li elabora e li visualizza su un grafico colorato, indicando con colori diversi le aree a seconda del tempo medio di click (calcolato valutando i dati prodotti da tutti gli utenti) in quell’area. Inizialmente il grafico ha 5 righe e 5 colonne, ma potete scegliere di aumentare i riquadri o filtrare i dati in base a uno dei criteri a disposizione: grandezza del monitor, tipo di impugnatura utilizzata, livello ecc…

Potete vedere qui i risultati dei dati raccolti fino ad ora.

Quando avremo una quantità di dati sufficiente saremo in grado di ragionare sulle linee guida per l’usabilità e potremo capire meglio come sviluppare app sempre più piacevoli da usare.

Quindi cosa aspettate? Giocando potrete anche migliorare i vostri riflessi e passare qualche minuto di relax tra una pagina da studiare e l’altra, oltre ad aiutarci nel nostro progetto.

Potete scaricare il gioco dal Google Play store: https://play.google.com/store/apps/details?id=com.sissy.game1

Silvia

Un mondo di opportunità

Pubblicato il da Monica Giambitto
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Da un anno e qualche mese vivo in Germania. In questo anno la mia vita è cambiata. Non stravolta completamente , ma decisamente diversa da ciò che avevo in Italia. Sicuramente migliore.

Faccio lo stesso lavoro che facevo quando ero a casa, la sviluppatrice web.
Ho iniziato a lavorare appena uscita dall’università nel 2009 e non sono mai rimasta senza lavoro, questo a testimonianza che di mercato, per noi informatici, ce n’è. Il problema è il riconoscimento delle proprie capacità e delle proprie possibilità.

Il nostro corso di laurea offre una preparazione ampia su tutti i fronti dell’informatica e, cosa che ho sempre apprezzato molto, è un corso che ti insegna la pratica e non solo la teoria. La teoria è importante, ma la pratica, per approcciarsi al mondo del lavoro, è preziosa e insostituibile: la pratica ti insegna l’etica e ti insegna che, nel lavoro del programmatore, la forma è anche sostanza: un codice brutto può essere un codice efficace, ma un codice bello sicuramente è efficiente – almeno nella leggibilità e nella manutenibilità, che sono cose da non dimenticare.

Un’altra opportunità che il corso mi ha offerto a suo tempo è stato quello di migliorare il mio inglese, tecnico e non: io ho frequentato il primo anno di corso e all’epoca l’80% del materiale di studio erano libri non tradotti in italiano.

A distanza di un anno sono passata dalla qualifica di junior a guidare un team di 4 persone. Sono tenuta in buona considerazione nella mia azienda perché mi impegno, lavoro duro – senza strafare, e mantengo le promesse.

To make a long story short: impegno, capacità e caparbietà, insieme a un buon corso di laurea, vi possono preparare per il mondo. Come italiani siamo abituati a lavorare, tanto e bene. Se unite a questo una buona conoscenza delle lingue – anche solo l’inglese – potete accedere a una varietà di opportunità incredibile.

Siate coraggiosi.

Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a fare giochi

Pubblicato il da dot5
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Circa tre mesi fa ci siamo conosciuti all’interno del corso di laurea in Informatica Applicata. Il destino ha voluto che tutti e cinque avessimo una passione per i videogame e, soprattutto, tanta voglia di creare qualcosa di nostro. E’ così che sono iniziate a piovere idee, una dietro l’altra. All’inizio sembrava quasi un gioco, niente di concreto. Poi, piano piano, tutto ha iniziato a prendere forma: da banali supposizioni si è passato ad idee concrete. Abbiamo iniziato a mettere il tutto nero su bianco, fino a quando è nato il nostro primo mobile videogame: “Holy Sheep”.
Parliamoci chiaro: l’idea di una pecora che rotola, candendo dal paradiso, ci ha entusiasmato fin da subito, ma passare dall’idea al prodotto finale non è stato affatto banale. I problemi da affrontare sono stati non pochi: da quelli tecnici a quelli burocratici (aspetto purtroppo molto trascurato ma fondamentale!).

Ma procediamo per gradi in modo da fare capire cosa ci sia alla base della creazione di un videogame per mobile.
Innanzitutto ci siamo trovati ad affrontare un problema nuovo per tutti: il lavoro in team. Questa esperienza ci ha insegnato quali sono le basi per poter portare avanti un progetto all’interno di un gruppo, ed abbiamo capito che non è sempre così semplice. Organizzare e suddividere il lavoro non è affatto banale come si può pensare: molte volte possono esserci idee divergenti. Per fortuna siamo sempre riusciti a trovare il compromesso migliore, ma vi assicuriamo che le discussioni non sono mancate! Un altro aspetto da affrontare (sul quale da bravi informatici ci siamo trovati impreparati) è stato quello del marketing: ovviamente nessuno di noi ha delle solide basi e conoscenze al riguardo. Vi possiamo assicurare che un gioco ben fatto, se non è pubblicizzato correttamente, avrà vita breve. Allora ci siamo dovuti improvvisare geni (magari) del marketing ed adottare alcune delle strategie migliori per cercare di poter dare la giusta visibilità al nostro prodotto. Dal punto di vista tecnico, sicuramente l’università ci ha fornito le basi per poter camminare da soli. Il resto viene con tanta passione e soprattutto tante notti insonni!

Per quanto riguarda il gioco, come progetto iniziale abbiamo deciso di intraprendere una strada non troppo complessa (soprattutto dal punto di vista grafico). E’ così che abbiamo deciso di focalizzarci principalmente sul gameplay. L’ idea fin da subito è stata quella di creare un gioco frenetico, che ogni tanto strappi un sorriso all’utente mentre gioca e si agiti sempre di più mano a mano che si rende conto che la difficoltà cresce e diventa sempre più consapevole del fatto che la sua ora sta per arrivare.
Ora, indipendentemente dal successo che il nostro gioco avrà, siamo più che felici di aver intrapreso questa strada. Il futuro sicuramente sarà in salita, ma speriamo di poter ancora continuare a fare ciò che ci piace, con la speranza che in un futuro non troppo lontano questa passione si possa trasformare in opportunità lavorative.

Tirando le somme, gli errori commessi durante questo percorso non sono stati pochi, ma sicuramente ci hanno aiutato a crescere e dal prossimo progetto sapremmo già come affrontare la situazione nel migliore dei modi.

Detto questo, ora non vi rimane altro che provarlo, con la speranza che vi piaccia.

Sito team: http://www.dot5team.com/
Sito Holy Sheep: http://holysheep.dot5team.com/

Video promozionale: https://www.youtube.com/watch?v=MWSEKPlRjHk&feature=youtu.be

Gli esami non finiscono mai

Pubblicato il da Oliviero Pieri
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“E’ arrivato lo studente per l’esame, lo faccio passare?”.
Essere accolto così in un istituto tecnico di Viareggio mi ha fatto un certo effetto, a 40 anni suonati. Al termine dell’esame, andato benino, poi, il prof della scuola, responsabile ‘locale’ del progetto dell’Università di Urbino ‘Laurea in Informatica Applicata – percorso online’ era quasi più contento di me, cioè non poco. Questo è stato l’impatto del ritorno agli esami universitari, dopo un lunghissimo periodo di interruzione.

Quell’esame, da solo, racconterebbe una piccola storia di un successo personale grandissimo. Potrei forse tralasciare il resto, fatto di impegno, qualche piccolo sacrificio, nottate meledette (studio, lavoro, famiglia: davvero difficile…), esami – uno dopo l’altro – fino all’emozionante giorno della laurea. Potrei tralasciare che intanto il fatturato da professionista IT diminuiva, mentre faceva già paura l’inizio di questo interminabile difficile periodo. Sarebbe retorico però limitare tutto ad un successo di soddisfazione personale. Sarebbe riduttivo; ho avuto degli input importanti, soprattutto legati a metodologia, ma non solo. E questo va detto.

Qualche tempo dopo, un concorso mi ha regalato un posto nella PA. E’ stato per merito della laurea? Non lo so. Mi ha aiutato? Sicuramente; così come sono stato aiutato dalla fortuna. Di certo quei corsi mi hanno insegnato parecchio. E, soprattutto, mi sono piaciuti. E’ anche per questo che mi piacerebbe riprendere con lo staff di Urbino un nuovo percorso di apprendimento.

Grazie

Una carriera in Germania

Pubblicato il da Filippo Pensalfini
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La mia storia è la seguente: un mese prima della mia laurea ho avuto un colloquio con un’azienda tedesca piuttosto piccola (~30 dipendenti) che si occupa di applicazioni gestionali per istituti formativi (scuole, università, e tutti gli istituti formativi ufficiali che hanno qui in Germania). Il lavoro era su piattaforma .NET, di cui non sapevo quasi niente perché nel corso di laurea avevamo lavorato con diversi linguaggi al tempo, anche se noto che ora il programma è cambiato. Qualche giorno prima del colloquio mi sono messo a studiare C# per avere un minimo di basi prima del test.

Il colloquio si è svolto principalmente con il direttore e parzialmente con una programmatrice senior. La programmatrice era scettica sul mio conto, perché estrapolando dal mio curriculum non avevo molta esperienza con la programmazione di interfacce grafiche e C#/.NET. Il direttore però si è deciso a darmi una chance e mi è stato dato un test di programmazione insieme a diverse domande su SQL. Grazie al corso di basi di dati ho scritto per ogni domanda di SQL risposte molto dettagliate, il test di programmazione in C# era talmente basilare che dopo breve tempo sono riuscito ad implementare una soluzione.

A chi considera una carriera in Germania posso dire che sono stato assunto a tempo indeterminato con uno stipendio niente male; si consideri che lo stipendio mensile medio di un programmatore nella regione dove ho iniziato a lavorare (Sassonia-Anhalt) è, secondo fonti online tedesche, attorno ai 2.700 € lordi. Il mio stipendio era al tempo inferiore alla media, e 2/3 dello stipendio mi rimanevano in tasca alla fine del mese, ma la vita non è affatto cara in quella zona della Germania (pagavo 370 € di affitto per 50 metri quadri). Per quanto riguarda le possibilità di carriera, dopo circa 2 anni mi hanno dato il titolo di technical lead con un team di 15 programmatori, la cui formazione tecnica era di mia responsabilità. Mi hanno mandato a corsi e conferenze in tutta la Germania.

Un anno dopo mi sono spostato a Lipsia, ora lavoro come architetto software per un’azienda con uffici in Germania e in Bulgaria. Oggi seguo corsi online su piattaforme tipo coursera/edx/udacity e cerco di ampliare i miei orizzonti; le basi che mi ha dato il corso di laurea sono più che sufficienti a seguire qualsiasi corso che ho trovato online. Sto considerando l’idea di iscrivermi ad una laurea specialistica in informatica, più per interesse personale che per altro visto che con una triennale ed anni di esperienza si aprono già molte porte.

Continuo a parlare con colleghi, non solo in Germania ma anche a livello europeo, che lamentano una carenza di personale nel settore: la nostra azienda fatica a trovare programmatori qualificati e non siamo gli unici. Raccomando quindi a tutti coloro interessati ad un percorso simile di non dimenticare l’opzione internazionale.

Dal tirocinio all’assunzione

Pubblicato il da Daniele Giannotti
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Gent.mo Professore,
un saluto a lei e a tutti coloro che seguono questa discussione, mi chiamo Daniele Giannotti e mi sono laureato nell’anno 2009, sono stato assunto immediatamente nell’azienda dove ho svolto il tirocinio, attualmente lavoro nel reparto sviluppo, linguaggio C++, mi occupo di creare nuove funzionalità e interfacce, bug fixing, assistenza tecnica e gestione dei social media. Il settore in cui opera la mia azienda, anche se di fatto facciamo software, è quello metalmeccanico, di conseguenza il mio contratto è lo stesso di un metalmeccanico, con stesso trattamento economico, ma nonostante questo parlando con miei coetanei sono da alcuni ritenuto fortunato…

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Realizzazione di un sogno

Pubblicato il da Roberto Patarchi
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Erano tanti anni che sentivo il bisogno di Laurearmi per una questione di realizzazione personale in primis, e poi magari anche per una realizzazione professionale perchè fare un lavoro che piace rende sicuramente più piacevole la propria vita. Inoltre negli studi ero sempre andato bene ma per scelte sbagliate di gioventù, decisi di non proseguire con l’Università e me ne stavo sempre di più pentendo.

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Un CMS per 9 titoli mondiali

Pubblicato il da Giovanni Cappellini
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Sono stato uno dei pionieri del corso di laurea. Ho svolto due esami scritti a tu per tu con il relativo professore. Ho avuto la possibilità di sperimentare sia durante i progetti che durante la tesi di laurea. Non vi nascondo che personalmente ho avuto una sorta di smarrimento, quasi una forma di depressione una volta laureato, stile Dustin Hoffman.

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Tornare all’Universita’ a 46 anni

Pubblicato il da Andrea Gaiotti
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La mia storia probabilmente e’ particolare, in quanto ho deciso di iscrivermi di nuovo all’Universita’ all’eta’ di 46 anni.

Allora come adesso lavoravo in un’Azienda dell’industria metalmeccanica come responsabile IT, ed avevo affrontato una serie di corsi specifici di approfondimento su singole tematiche relative al mio lavoro; sicuramente interessanti, ma mancava la visione d’insieme e la conoscenza approfondita delle basi stesse dell’informatica.

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