Post di Alessandro Bogliolo

Il DigitalDay e la velocità della luce

Pubblicato il da Alessandro Bogliolo
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La digitalizzazione è un cambiamento pervasivo, graduale e inarrestabile avviato da anni in modo spontaneo, per la nostra naturale aspirazione all’innovazione e per il vantaggio competitivo di soluzioni più efficaci ed efficienti. La rapidità, l’impatto e la continua evoluzione delle tecnologie digitali impongono ai governi di facilitare il cambiamento per garantire che tutti ne possano usufruire e che nessuno resti indietro.

Nella sostanza dietro al digitale c’è l’elettronica, prima ancora dell’informatica, e molti dei fattori tecnologici e socio-economici che lo governano fanno sì che a determinare la velocità del cambiamento digitale siano leggi esponenziali. Questo rende la digitalizzazione un processo sbalorditivo, dal quale pretendiamo continue sorprese che portano contemporaneamente a migliorare le prestazioni e a ridurre i costi. Ma le leggi esponenziali sono anche implacabili: chi resta indietro non ha possibilità di recupero.

Immaginate di percorrere una strada con una velocità esponenziale. Dirlo è semplice, basta partire con una certa velocità (ad esempio un metro al secondo, che sono 3,6Km all’ora) e raddoppiarla ad ogni secondo. Ora immaginate che un vostro amico vedendovi partire così spediti decida di seguirvi con lo stesso ritmo, ma parta con un secondo di ritardo rispetto a voi. Quando si decide a partire il vostro distacco è di un solo metro, ma dopo un secondo sarà diventato di 2 metri, dopo due secondi sarà rimasto indietro di 4 metri, dopo 3 secondi di 8 metri, dopo 10 secondi sarà indietro di circa 1000 metri, dopo 20 secondi sarà indietro di circa un milione di metri, dopo 30 secondi il distacco sarà di circa un miliardo di metri, dopo meno di un minuto il distacco sarà di un anno luce!

Non possiamo rischiare di subire questo distacco!

E’ evidente che l’esempio fatto qui è paradossale, perché prima i limiti di velocità e poi le leggi della fisica ci fermerebbero ben prima di raggiungere la velocità della luce, ma spero che ci aiuti a prendere sul serio un cambiamento che avanza davvero a velocità esponenziale. I governi non possono restare a guardare, né possono giocare d’anticipo nei confronti di un processo che va necessariamente più veloce di loro. Quello che possono (o meglio devono) fare è creare le condizioni per non farci restare indietro.

Il DigitalDay è un segnale in questa direzione. Un momento di sincronizzazione che porta le aziende e le pubbliche amministrazioni sulla linea di partenza e le spinge a fare un piccolo passo tutte insieme.

Qualcosa di simile è successo qualche anno fa nel mondo universitario con la digitalizzazione del processo di gestione e verbalizzazione degli esami. Anche allora agli atenei venne imposto, dopo una prima sperimentazione, di portarsi tutti sulla linea di partenza e mettersi in marcia.

Il cambiamento poi lo fanno le persone, spesso lamentando giustamente la mancanza di strumenti e risorse adeguati per portarlo avanti come vorrebbero. Ma la mancanza di strumenti, risorse e contesto adeguati non può essere una scusa per non partire, perché il cambiamento ci sarebbe anche senza di noi e ci lascerebbe indietro. I governi che non investono in innovazione, formazione e ricerca sono scellerati, ma lo sono ancora di più se per nascondere l’inadeguatezza dei mezzi che possono offrire non rendono i cittadini consapevoli della necessità di cambiamento.

La fatturazione elettronica di per sé forse non merita i toni epici che ho usato fin qui, ma lo sforzo del cambiamento richiesto a tanti piccoli imprenditori e liberi professionisti credo che meriti di essere messo in una cornice che gli dia un senso più ampio del risparmio di 1,5 miliardi di euro stimato dalla spending review.

Cosiccome ha un che di epico il risultato raggiunto da Riccardo Luna e dalla sua rete di Digital Champions, che sono riusciti a fare di una scadenza formale come quella del 31 marzo 2015 (che imporrà alle pubbliche amministrazioni di accettare solo fatture elettroniche) e di sterili strumenti informatici per addetti ai lavori (come il cosiddetto sistema di interscambio) un evento di alfabetizzazione digitale di massa di portata nazionale  con tanto di spot in TV, organizzando contemporaneamente eventi a costo zero in tutte le Camere di Commercio.

SmartRoadSense in due settimane

Pubblicato il da Alessandro Bogliolo
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Sono trascorse esattamente due settimane dal rilascio di SmartRoadSense.

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In queste due settimane sono bastati 150 utenti per percorrere 3,000 km di strada, misurare ed elaborare più di 200 milioni di valori di accelerazione, raccogliere 700.000 rilevazioni della qualità del manto stradale, rappresentarle su mappe interattive e rendere disponibili 14MB di open data.

Il risultato è sorprendente e dimostra le potenzialità dello strumento e la forza della partecipazione attiva dei cittadini nel monitoraggio di beni pubblici.

Partecipare è semplicissimo. Basta scaricare l’app Android, installarla e lanciarla ogni volta che si viaggia in macchina con lo smartphone fissato al cruscotto. Le app per iOS e Windows Phone saranno rilasciate a breve.

SmartRoadSense: crowdsensing civico e ricerca

Pubblicato il da Alessandro Bogliolo
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Come avevamo annunciato, sabato scorso abbiamo presentato ufficialmente il progetto SmartRoadSense, rendendo disponibile l’applicazione Android, pubblicando il portale e rendendo disponibili online i risultati delle elaborazioni.

La data (21 febbraio) e il luogo (sala del Consiglio Comunale di Pesaro) scelti per la presentazione rappresentano al meglio lo spirito dell’iniziativa. SmartRoadSense è infatti un’applicazione per smartphone che senza intralciare il normale utilizzo del telefono usa gli accelerometri interni (presenti in ogni smartphone di ultima generazione) per giudicare il livello delle irregolarità della strada su cui viaggiamo in macchina. I dati elaborati dagli smartphone vengono inviati a un server che li elabora, li aggrega e li rende disponibili a tutti mostrandoli su una mappa interattiva o permettendo di scaricarli per farne altri usi.

Il 21 febbraio si è celebrata la giornata mondiale dei dati aperti. Il Comune di Pesaro è stato il primo in Italia a sperimentare e ad adottare questa tecnologia, presentandosi alla conferenza stampa con il 70% delle strade già classificate. L’Assessore Biancani, che ha aperto l’incontro mostrando con orgoglio la mappa con il fitto reticolo di strade colorate dal verde al rosso in base alle vibrazione rilevate dagli smartphone che le avevano percorse nei giorni precedenti, ha spiegato cosa significa per il Comune adottare SmartRoadSense: 1. farlo usare ai dipendenti incaricati della gestione e delle strade, 2. invitare i cittadini ad usarlo per contribuire al monitoraggio continuo, 3. prevederne l’uso nel capitolato delle gare d’appalto per la manutenzione.

Oltre ai giornalisti erano presenti all’incontro due gruppi di studenti del Liceo Scientifico Marconi di Pesaro e dell’ITIS Mattei di Urbino. Al termine della presentazione i ragazzi mi hanno letteralmente sommerso di domande e di suggerimenti straordinariamente pertinenti, spingendo la discussione su aspetti tecnici e sviluppi futuri (compensazione degli errori, porting su iOS e Windows Phone, gamification, stime di qualità dei dati, storicizzazione,  ecc) ad un livello di dettaglio degno di un convegno scientifico.

L’applicazione Android e il portale sono a disposizione di tutti!

Possono essere adottati da altri Comuni che intendano seguire la strada aperta dal Comune di Pesaro, o possono essere utilizzati spontaneamente dai cittadini. In ogni caso chiunque la usi contribuirà a costruire una mappa completa dello stato delle strade che percorre in macchina. Ogni 6 ore vedrete la mappa arricchirsi con i dati che voi stessi avete fornito.

Da sabato gli utenti di SmartRoadSense hanno già percorso e classificato più di 700 km di strade italiane!

SmartRoadSense è il risultato di un progetto di ricerca condotto dalla Scuola di Scienze e Tecnologie dell’Informazione dell’Università di Urbino e da NeuNet a partire dal 2012. Negli anni ha coinvolto numerosi docenti, ricercatori, dottorandi e studenti del Corso di Laurea in Informatica Applicata, offrendo spunti di ricerca nel campo del crowdsensing, dell’elaborazione dei segnali, della modellazione di fenomeni fisici, delle applicazioni mobili, della comunicazione wireless, del cloud computing, della cartografia digitale, dei big data e delle applicazioni distribuite. L’attività in corso mette in campo ulteriori competenze nell’ambito dello sviluppo multi-piattaforma, della gamification, delle reti sociali, della privacy, della crittografia e della rappresentazione dei dati.

 

CULTLAB – un incubatore di impresa nelle Marche

Pubblicato il da Alessandro Bogliolo
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Nelle Marche c’e’ un nuovo incubatore che favorisce la creazione di imprese culturali creative. Si chiama CULTLAB, e’ appena stato istituito ed offre gia’ due preziose opportunita’.

La prima e’ un bando per la selezione delle idee che avranno accesso ai servizi dell’incubatore.

La seconda e’ una serie di incontri a tema, detti Contamination Lab, che offriranno punti di vista e pareri autorevoli a chi si affaccia sul mondo delle imprese creative, delle start-up e degli spin-off, e guideranno i giovani partecipanti alla compilazione della domanda di partecipazione al bando. Il primo incontro si svolgera’ domani a Urbino.

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OpenWeek: Distribuzione gratuita di CodyRoby kit

Pubblicato il da Alessandro Bogliolo
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Dal 3 al 6 febbraio lo starter kit CodyRoby verra’ distribuito gratuitamente presso lo stand di Informatica Applicata all’Open Week dell’Universita’ di Urbino. Il kit e’ composto da 40 carte da gioco, una scacchiera, 5 pedine e una scatola in cui riporle. Con questi semplici materiali e’ possibile concepire giochi da tavolo che stimolano il pensiero computazionale e allenano la mente a pensare in modo algoritmico. L’assemblaggio del Kit e i primi giochi sono illustrati in un breve video tutorial.

Le istruzioni dei primi due giochi (Il duello e La corsa) sono fornite insieme al kit. Ulteriori giochi sono disponibili sul sito web ufficiale. Chi volesse stampare direttamente la Uniurb edition puo’ utilizzare i file pdf riportati di seguito.

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Il 90% delle opportunità di lavoro in Europa richiede competenze informatiche

Pubblicato il da Alessandro Bogliolo
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Un’efficace infografica di European Schoolnet pubblicata da Debating Europe mette a confronto i dati sulla richiesta di competenze informatiche da parte delle aziende europee e i dati sull’insegnamento dell’informatica a scuola.

Il 90% delle offerte di lavoro prevede competenze informatiche benche’ solo un terzo delle offerte provengano da aziende che operano nel settore ICT. Malgrado la crisi e l’aumento della disoccupazione, l’occupazione di specialisti in ambito ICT e’ cresciuta del 4% negli ultimi 10 anni. Si stima che in Europa, da qui al 2020, piu’ di 900.000 offerte di lavoro resteranno aperte per mancanza di persone con qualifiche sufficienti in ambito ICT.

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Malgrado questo solo il 15% delle scuole europee offre adeguati insegnamenti di informatica. Il problema non e’ solo di aggiornamento dei curricula, ma anche di adeguamento inftrastrutturale e di formazione. Il 63% delle scuole primarie non ha strumenti adeguati e connessione ad Internet a banda larga. Nella scuola secondaria meno del 30% degli insegnanti hanno familiarita’ con le tecnologie digitali.

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L’ultimo quadro mostra come e dove la programmazione sta entrando nelle scuole. L’Italia figura tra i paesi in cui l’insegnamento della programmazione a scuola e’ opzionale. Il dato non e’ quantitativo, e merita di essere completato dai risultati molto promettenti che le iniziative Europe Code Week e Programma il Futuro hanno ottenuto negli ultimi 4 mesi, portando l’Italia al primo posto in Europa per numero di eventi organizzati per la divulgazione della programmazione, e al secondo posto nel mondo per la partecipazione all’Ora del Codice promossa dall’organizzazione internazionale Code.org.

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Il futuro della rete

Pubblicato il da Alessandro Bogliolo
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Il traffico. E’ ben noto che il traffico in rete cresce esponenzialmente, alimentato da tanti fattori concorrenti: l’aumento di risoluzione delle fotocamere degli smartphone, il trasferimento in cloud della maggior parte dei nostri dati e della nostre applicazioni, la crescente pratica della condivisione e del rilancio di informazioni nei social network, la progressiva inclusione digitale di tutta la popolazione, la proliferazione di oggetti connessi, l’aumento della velocita’ di elaborazione dei dispositivi elettronici, l’aumento della definizione degli schermi, ecc.

Le infrastrutture. E’ lecito quindi chiedersi se le infrastrutture di rete (dorsali e reti di accesso) saranno in grado di sostenere questo sviluppo. Il potenziamento delle infrastrutture di rete e’ legato a sua volta ad almeno due fattori: la tecnologia disponibile e la capacita’ (strategica ed economica) dei governi di utilizzarla.

La tecnologia. Maurizio Decina ci offre una proiezione lungimirante e autorevole che si spinge fino al 2035, indicando l’imminente raggiungimento del limite del rame, l’evoluzione delle tecnologie wireless (WLAN e LTE) fino al terabit al secondo e le potenzialita’ offerte dalle fibre ottiche sia per l’accesso che per il trasporto per raggiungere e superare i 100 terabit al secondo. E’ lo stesso Decina ad illustrare questo scenario (efficacemnet riassunto in una slide) nel video registrato in occasione di Capri 2014, con una settimana di anticipo rispetto al convegno IEEE Technology Time Machine di San Jose, in California.

Le scelte. Nel frattempo sta ad ogni paese fare le scelte strategiche giuste per fare in modo che la disponibilita’ di tecnologie sempre piu’ avanzate contribuisca alla crescita del paese e non crei invece un ulteriore divario digitale. L’importanza di una strategia internazionale condivisa e’ testimoniata dall’Agenda digitale europea. Mentre un esempio evidente dell’impatto che possono avere le scelte strategiche dei singoli paesi e’ offerto dal caso del WiFi in Italia. Per anni le politiche italiane sul WiFi sono state tra le piu’ restrittive al mondo, scoraggiando gli investimenti nel settore sia da parte degli operatori locali che da parte di organizzazioni internazionali. Il ritardo che queste hanno causato costringe oggi a frettolosi balzi in avanti, come quello della proposta di legge Boccadutri di luglio 2014 di cui la stampa parla ampiamente in questi giorni, che imporrebbe agli esercizi pubblici di offrire WiFi aperto e gratuito.

L’informatica e filosofia della conoscenza

Pubblicato il da Alessandro Bogliolo
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L’informatica e’ basata sulla logica ed e’ legata a doppio filo alle scienze cognitive. I primi calcolatori propriamente detti sono stati ideati da filosofi e matematici. Oggi in tutto il mondo si sta promuovendo la programmazione come materia di base da insegnare in modo intuitivo fin dalla prima infanzia per stimolare la creativita’ e il pensiero computazionale. Per valorizzare questo profondo legame da quest’anno il Corso di Laurea in Informatica Applicata dell’Universita’ di Urbino offre un curriculum logico-cognitivo concepito in collaborazione con la Scuola di Filosofia della conoscenza. Ne parliamo con il Prof. Vincenzo Fano, coordinatore della Scuola.